NERATERRAE: Scenes From The Sublime

La Bellezza. La si cerca ovunque, in questo fine anno (ma quale anno finisce signori? Quello che calendarizzate per convenzione? Il tempo non si ferma o muta per voi) poi arriva, in modo sublime, tagliente, affascinante con il nuovo lavoro di NERATERRAE “Scenes From the Sublime”, e ci si riappacifica con un’esistenza sempre più arida.

Se già il debutto (recensito qui) di questo artista italiano ha lasciato a bocca aperta, questo nuovo lavoro strabilia e porta la mente ad esplorare le parole mute dell’arte.
Tele che si lasciano spiegare, contemplare, vivificare dalle tracce e dai featuring che vengono abbinati ad esse, per dare una voce alle immagini, ai soggetti ritratti.
Tele di colori e olii, tele sonore dipinte magistralmente da Alessio Antoni, tele tessute dall’immaginazione dell’ascoltatore che viene sollecitata in modo ipertrofico, romantico, intimista, lasciandolo alle prese con un’esasperata visione di magnificenza.
Una sindrome di Stendhal che colpisce con forza, di sorpresa, immobilizzando.

Il percorso emozionale, sensoriale che questo album offre è sì variegato (grazie alle importanti collaborazioni Alphaxone, Dødsmaskin, George Zafiriadis (Martyria), Leila Abdul-Rauf, Mount Shrine, Phelios, Phragments, Shrine, Yann Hagimont (Cober Ord) e Xerxes The Dark) ma compatto, riconoscibile, concentrato, espressione più vera dell’indole artistica di Antoni.

Si supera la vetta delle classificazioni con “Scenes from the Sublime”, si precipita in una landa oscura ma luminosa, apparentemente gelida che si chiama NERATERRAE: una landa di echi potenti, venti che parlano e pura narrazione umana.

Alex
Il Giardino della Luna – Ogni Sabato alle 23.00

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