Trait d’union di Alessandro Bertozzi

Uno di quegli album che fanno bene al cuore, quelle sonorità che riscaldano e fanno sognare, mescolando il jazz, le attitudini, lasciando l’ascoltatore incantato a girovagare in un dedalo di contaminazioni e aperture sonore incredibili

Alessandro Bertozzi, sassofonista di lungo corso, si unisce insieme a Pap Yeri Samb (voce), Andrea Pollione (tastiere), Alex Carreri (basso), Maxx Furian (batteria) ed Ernesto da Silva (percussioni) per dare voce al suo nuovo album TRAIT D’UNION, che già dalla cover si dichiara come un omaggio e un atto di amore verso l’Africa e la capacità di questo continente di ispirare il jazz e la musica mondiale.

C’è tanto funky jazz di base, ma sapientemente miscelato con la voce calda di Pap Yeri Samb e una coralità tipica del continente nero, che in 8 tracce si mostra in tutta la sua potenza così come nella sua capacità di mediare con elettronica, free jazz e melodie lontane, quasi della ballad vere e proprie che però, sono più scorci paesaggistici.

Attenzione, parlando di Africa (che c’è e subito salta alla mente) bisogna anche fare una giusta considerazione, cioè che non è la terra di Youssou N’Dour o delle Zap Mama (anche se la vocalità presente richiama a questo tipo di parallelismo) ma forse più quella africano americana che, sia negli anni ’70 che prima, ha saputo portare avanti un discorso di sperimentazione e meltin’ pot nell’ambito jazz, e mi vengono paragoni con la mentalità artistica di Sun Ra oppure con ACCENT ON AFRICA di Cannonball Adderley fino ad azzardare la presenza dello spirito di A DRUM IS A WOMAN di Ellington.

Senza perdersi in troppe considerazioni, quest’album è eccezionale, evocativo, ottimo sotto ogni punto di vista e va ascoltato in molti momenti della giornata perché è un ponte con l’anima.

Alex Pietrogiacomi – The B.B.Dog – Ogni domenica 17.45 e replica alle 21.30

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