Kawax- Lili Refrain

Immaginifico.
Quest’album è la quintessenza dell’immaginifico.
Ritratti sonori che si stagliano nei lunghi dialoghi chitarristici di questa artista italiana che respira l’aria internazionale, riproponendola in una dimensione concretamente astratta.
Un gioco di chiaro e scuro che non lascia speranze all’anima, che la intrappola in un vorticoso gioco di danze e silenzi, echi e sobbalzi.

10 tracce perfette. 10 piccoli indiani che annientano l’ascoltatore con una miscela  di evocazioni folk-ambiente, quasi apocalittiche, di sferzate metal, onde sonore ibride che richiamo abissi sconfinati e cetacei titanici generati da loop e vocalità ascetiche.

Si aprono e chiudono squarci temporali su mondi lontani, si intravedono luci sinuose ed accecanti in un’opera surreale eppure così materica. Fatta della sostanza stessa dell’uomo: la sua carna. Sublimata dalla mente grazie alla sua anima.
Ascoltando Kawax, con davanti lo splendido artwork e il suo booklet, si finisce poi per entrare in questo affresco rupestre, primordiale, dove l’umanità si perde per rinascere.

ALex
info:backib@libero.it
Back In Black

Radius- Banca D’Italia

In certi momenti, quando mi arrivano album di questo tipo mi chiedo “Sarà il caso di scrivere una recensione? Non sarebbe meglio lasciar parlare la musica?”.

Perché? Perché questo è l’ultimo album di Alberto Radius, uno dei più grandi e longevi artisti (50 anni di carriera sulle spalle) che il panorama musicale italiano possa offrire.

In carriera ha fatto di tutto: ha militato in gruppi di successo, su tutti la storica Formula 3, ha composto musiche che hanno scalato le hit, ha fatto da turnista in LP di enorme successo dal punto di vista critico e commerciale come “La voce del padrone” di Franco Battiato, giusto per citarne uno a caso, ha aperto uno studio di registrazione a Milano che porta il suo nome e chi più ne ha più ne metta.
Musicista e chitarrista di eccezionale talento, tecnica ed espressività, Radius decide, non troppo spesso, di pubblicare LP in cui oltre a comporre musica si dedica, con ottimi risultati, anche al canto.

Nel suo ultimo lavoro Radius sorprende, come sempre.
Fonde il pop, il rock, il blues, il prog, la musica cantautorale con scelte armoniche e strumentali azzardate, sperimentali, uniche.

La chitarra è lo strumento principe, la fa da padrone e il nostro sciorina tutta la sua tecnica ed esperienza senza mai sforare nell’inutile virtuosismo.

Meritano una nota particolare i testi, scritti dal compianto Avogadro, che si incastrano perfettamente con le musiche composte da Alberto.
Una chicca su tutte: “Talent show” che inquadra perfettamente la desolante situazione musicale italiana attuale. Da segnalare a qualche emittente radiofonica coraggiosa.

L’album è un armonico meltin’ pot di generi, trovate, soluzioni, ma il filo conduttore rimane la musica d’autore…di gran classe.
Scorre leggero, ma pieno di significati ed al termine non si può far altro che… ascoltarlo di nuovo.
Questo “Banca d’Italia” non è un disco qualunque, è una perla da custodire gelosamente.

Non è indicato per tutti, solo a coloro che amano la buona musica.

David Palombi
Back In Black
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