Il ritorno di Ozzy

Uscirà il 9 settembre ed è da oggi disponibile in pre-order “PATIENT NUMBER 9” (Epic Records/Sony Music) (https://ozzyosbourne.lnk.to/PatientNumber9_), il nuovo album del candidato alla Rock and Roll Hall of Fame e vincitore di un Grammy OZZY OSBOURNE!

Il disco arriva a due anni di distanza da “ORDINARY MAN”, album acclamato dalla critica che ha scalato le classifiche a livello mondiale e ha debuttato alla #6 della classifica FIMI/Gfk degli album più venduti.

“PATIENT NUMBER 9” uscirà in digitale, CD, vinili e in una versione esclusiva accompagnata da un book di fumetti in edizione limitata realizzato per l’occasione da Todd McFarlane.

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Gus G. – “I am the fire”

Alcuni di voi si staranno chiedendo chi è Gus G, altri probabilmente non staranno nella pelle. Questo giovane chitarrista è niente di meno che il nuovo axeman che milita nella band di Ozzy Osbourne e se c’è una cosa che il Madman ha sempre saputo fare è scegliere i chitarristi. A partire dal compianto Randy Rhoads fino a Zakk Wylde, il buon vecchio Ozzy ha sempre avuto accanto asce di tutto rispetto.

Gus G non è di certo da meno.

“I am the fire” è il debut del chitarrista greco uscito per Century Media.

Il platter presenta una copertina ricca ed articolata che potrebbe trarre in inganno, poiché la musica è tutt’altro che ampollosa.

Ci troviamo, infatti, di fronte ad un bel disco hard rock a tinte metal.

Il nostro amico ellenico, infatti, sfodera tutte le sue armi e la sua perizia tecnico/melodica in questo disco di debutto.

Le chitarre, naturalmente, fanno da perno per un CD che è perfetto per diverse occasioni: i pezzi più hard rock sono comunque estremamente radiofonici, complici melodie azzeccatissime e ritornelli vincenti (Ozzy docet).

Il lavoro delle ritmiche è costante ed efficace.

Essendo stato composto da un chitarrista, l’attenzione era tutta incentrata sulla prestazione di queste ultime ed è proprio qui che Gus G ha stupito.

Le parti soliste sono eseguite in maniera esemplare e sono a loro modo originali, ma il guitar hero non si è fatto prendere dal delirio di onnipotenza che pervade molti suoi colleghi quando si dedicano ai lavori solisti.

Gus, infatti, in primis non ha cantato lasciando il microfono ad illustri ospiti quali Jeff Scott Soto, Michael Starr, Alexia Rodriguez (“Long way down” è uno degli apici del cd) ed altri ben noti vocalist; in secundis ha fatto uso sì del virtuosismo chitarristico, ma in un modo talmente intelligente da lasciare all’ascoltatore modo di godere appieno della melodia e delle composizioni.

Un ottimo disco, se questo è il debut, non oso mmaginare cosa ci riserverà Gus G per il futuro.

Ottimo!

David Palombi
Back in Black

Info:backib@libero.it

Black Bill Ozzy Sabbath

L’ultimo album dei Sabbath, 13, è una macchina avviata da un po’ di tempo. Concerti, discussioni sul sound, sulla band, ma soprattutto il quesito intorno all’assenza del drummer originale del combo inglese: Bill Ward.
Sostituito da Brad Wilk (RATM, Audioslave) per le registrazioni del 19° album in studio di Ozzy & Co., Bill Ward è stata l’assenza che si è notata immediatamente, soprattutto per il fatto che c’era una nebula attorno alla motivazione reale dell’allontanamento dalle pelli di Bill, (ufficialmente il tutto doveva essere legato a cavilli contrattuali).
Oggi, dopo che tutto sembrava abbastanza “pacifico” per i fans, il nostro Madman se ne esce dicendo che Ward non potrebbe suonare con i Sabbath perché è troppo grasso… che non ce la farebbe a reggere un concerto dato che ha avuto anche due infarti… anche se, certo, le cose senza di lui non sono le stesse e gli piacerebbe che rientrasse…
Ok, Ozzy sta fuori. E Bill? Lui voleva soltanto suonare tutto! Anche live. Non come gli avevano proposto, solo alcuni brani…

A questo punto, la domanda di marveliana memoria: Voi da che parte state?

Back In Black
info:backib@libero.it

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