MACABRE: c’è un solo parco dei divertimenti che arriva in città quest’anno!

Venghino signori! Venghino al folle, atroce bagno di sangue di un circo metal assassino che annuncia il ritorno dei MACABRE“Carnival Of Killers”. Il primo album della band in quasi dieci anni, “Carnival Of Killers”, uscirà il 13 novembre su Nuclear Blast Records, giusto in tempo per il 35° anniversario del gruppo.

Oggi la band ha pubblicato il primo singolo intitolato “The Lake Of Fire”https://youtu.be/ApRiOdfq9wE.

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Hardcore Superstar – “HCSS”

L’attesa per questo nuovo LP degli svedesi Hardcore Superstar è stata lunga, i fan aspettavano questa release da diversi anni e il combo hard rock li ha ripagati dando alle stampe “HCSS”.

Il titolo è di per sé esplicativo: vorrebbe suggerire un album al 100% Hardcore Superstar.

Sviscerando l’album, in effetti, il sound è inconfondibilmente quello di Joke e “compadres”, sebbene il flavour sia quello degli esordi della band, almeno in parte.

Nonostante Vic Zino (chitarra), con il quale abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata, sostenga che il suono sia più vicino alle ultime release della band, al sottoscritto sembra, invece, di ascoltare i vecchi Hardcore Superstar.

Un bene? Sì e no.

L’album in sé non è un brutto: la produzione è curatissima ed il mixaggio in perfetto American Style. Le chitarre sono affilate come rasoi e, per i più attenti, la mano di Joe Barresi (che ha curato produzione e missaggio) si fa subito sentire per quanto riguarda il suono della batteria. Il basso bello rotondo e le voci decisamente “dentro” le canzoni.

A proposito, come sono le canzoni? Ad onor del vero ci troviamo di fronte a dieci brani abbastanza ordinari per una band con il potenziale artistico degli Hardcore Superstar.

Mi spiego meglio: il gruppo svedese mi ha sempre colpito per la freschezza unita alla potenza del suono, oltre che per un gusto sopraffino per ciò che concerne i ritornelli, capaci di diventare veri e propri tormentoni sin dal primo ascolto.

In “HCSS” questa immediatezza è venuta meno: i brani sono di buona fattura, ben suonati, arrangiati in maniera maniacale, con un ottimo lavoro ritmico ed inserti solistici di spessore, però… manca la magia.

Al di là del singolo di lancio “Don’t mean shit” e la successiva “Party ‘till I’m gone”, il disco scorre senza ulteriori sussulti.

Credo che in sede live la band si limiterà ad estrarre questi due pezzi dal cd e riproporre vecchi cavalli di battaglia.

Concludendo, “HCSS” non è un disco memorabile, ma uno di quegli album che nella carriera di un gruppo passa abbastanza inosservato.

Bocciati?

No, solo rimandati, perché è lecito, da band così grandi aspettarsi sempre qualcosa in più.

David Palombi
Back in Black/ Rock On
Info:backib@libero.it

Intervista a ATF Sinner degli HATE

Da poco sul mercato con il nuovissimo “Crusade: Zero” gli Hate sono uno dei gruppi Death Metal più importanti della scena.

Abbiamo avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con il frontman ATF Sinner.

David Palombi
Back in Black

Info:backib@libero.it

Parliamo di ” Crusade : Zero “. È uno dei dischi degli Hate più aggressivi di sempre. Avete messo un sacco di odio in quella versione.

Oh sì, probabilmente lo abbiamo fatto. Il nostro scopo era quello di aprire un nuovo capitolo nella nostra biografia e lasciare tutte le cose cattive dietro di noi: Mi riferisco alla scomparsa del nostro bassista Mortifer nel mese di aprile 2013 e tutte le conseguenze che seguirono la tragedia.

Abbiamo raccolto le emozioni per creare canzoni profonde e autentiche, in qualche modo sulla base della nostra esperienza e prospettiva. Credo che siamo riusciti a farlo, e posso dire che sono molto soddisfatto di questo LP.

È il secondo LP con Napalm Records . Avete un buon supporto dall’etichetta ?

Lavorare con Napalm va bene perché l’etichetta sostiene il nostro lavoro con tutte le sue energie. Penso che capiscano bene le nostre esigenze, quindi è sicuramente una buona collaborazione finora .

Con la loro collaborazione abbiamo realizzato  un video ufficiale per la canzone “Valley of Darkness ” che abbiamo pubblicato recentemente. Si tratta di un quadro atmosferico contenente immagini di varie icone religiose che sono per lo più senza occhi, folli o che bruciano. La canzone è una sorta di Requiem per la nostra civiltà, con un coro che grida ” si segue una “carovana di culto della morte” attraverso la valle dell’oscurità “.

Non si risparmia nessuna delle tre religioni principali: cristianesimo, ebraismo e islam “Set fire to icons ” sono le ultime parole della canzone.

Puoi spiegarci le principali differenze con “Solarflesh”?

” Crusade: Zero” è una continuazione del precedente record e non è del tutto differente. Ciò che puoi ascoltare nel cd è piuttosto una evoluzione e alcuni cambiamenti nel suono complessivo . Il materiale suona dal vivo e autentico.

Riguardo la musica: è al 100 % Hate il sound è oscuro, potente ed articolato.

E’ estremamente intenso in alcune parti e maestoso e ipnotico in altre.

L’album costituisce l’essenza del nostro stile ed è probabilmente la nostra più grande realizzazione artistica finora.

Puoi darci qualche dettaglio sulla produzione?

Una volta che abbiamo deciso di lavorare su un nuovo album, è stato un processo veloce e intuitivo . Tutto il materiale è stato scritto tra il febbraio e il giugno del 2014. Inizialmente c’erano molte più canzoni di quelle che alla fine abbiamo registrato, ma abbiamo deciso di tenerne nove, quelle che secondo noi avrebbero rappresentato il nostro stile nel miglior modo possibile.

Abbiamo scelto l’Hertz Studio in Polonia ancora una volta, perché eravamo stati colpiti dai progressi nelle registrazioni e le attrezzature che hanno fatto negli ultimi due anni. Nello studio è stata costruita una grande sala per la registrazione di batterie acustiche.

Abbiamo realizzato l’intero album all’Hertz, compresi mix e mastering.

Ci puoi parlare dell’artwork? Chi ha realizzato la copertina

Abbiamo voluto una cover scarna e, in un certo senso, vuota, che simboleggiasse il grande vuoto e lo spazio infinito.

Significa vuoto spirituale negli esseri umani e anche vuoto in scala cosmica.

È stata realizzata dallo stesso artista ( Daniel Rusilowicz ) che fu anche l’autore dei layout per Erebos ( 2010) e Solarflesh ( 2013) . Sono molto soddisfatto del risultato finale: l’artowrk e la musica si fondono alla perfezione.

Vorrei analizzare alcuni brani: “Crusade Zero”, “Dawn of War” e “Doomsday Celebrities”.

Prima di tutto, ho bisogno di spiegare l’idea principale dietro l’album e il titolo in particolare.

Si tratta della condizione dell’umanità, del trend di auto-annientamento. Si riferisce al mondo governato da entropia e  declino; il crepuscolo della civiltà come la conosciamo.

Tutte le civiltà del passato sono crollate (anche le più grandi) a causa della incapacità umana di imparare dalle generazioni passate.

Abbiamo un’attrazione per i conflitti che degenerano inevitabilmente in guerre.

Si vive troppo poco per poter pensare di cambiare i meccanismi che governano il mondo.

Le religioni sono illusioni.

Dio non è altro che una creatura sorda, una illusione di massa.

Il male trionfa perché gli esseri umani sono mentalmente troppo ristretti.

Si marcia inesorabilmente verso l’auto annientamento creando nuovi dei in cui credere.

Il risultato di questo grande sforzo umano è nessuno. Zero.

“Dawn of War” è su un grande conflitto che arriverà e l’atmosfera è quella che precede la rovina finale.

“Celebrities Doomsday” è su questa “elite” di persone ricche e famose concentrate sul loro stile di vita glamour e ignari del fatto che moriranno e saranno dimenticate in breve tempo.

Si tratta di una sorta di avvertimento contro lo scenario peggiore, che è molto vicino alla realizzazione.

Quali sono state le risposte che hai ricevuto per ” Crusade : Zero ” ?

L’album ha ricevuto ottime recensioni. Mi sento davvero onorato. La risposta è sorprendente finora.

Sarete in tour per supportare il disco e passerete anche da Roma, è la vostra prima volta nella Capitale?

Non esattamente. Ci siamo stati già un paio di volte ed abbiamo suonato con alcuni gruppi italiani, come i Nerve.

Sarà un buon modo per rivederli.

Comunque non vedo l’ ora di venire a suonare nel vostro paese.

Dopo Roma, prenderete parte all’ ”Hatefest”, in compagnia di Six Feet Under, Marduk, Vader ed altre bands. Si preannuncia come uno dei Festival più devastanti d’Europa. Pensate di ripetere l’esperienza in futuro, magari toccando anche altri Paesi oltre a Germania, Austria e Svizzera?

L’ “Hatefest” è organizzato dalla Rock The Nation Agency e di solito si muove solo attraverso la Germania. Se ce lo offriranno di nuovo, perché no.

In questi giorni stiamo ricevendo molte proposte.

Sarà un 2015 impegnativo.

Ok, è tutto! Grazie per il tuo tempo! Puoi salutare i tuoi fan italiani come preferisci!

Grazie mille a te per l’intervista. Voglio salutare i nostri fans italiani e tutti i nostri sostenitori. Non dimenticate di visitare il nostro nuovo sito web (hate-metal.com) per saperne di più sulla band. Rest in HATE!

DOMINHATE- Towards the Light

Sempre dal cilindro della Punishment 18, stavolta con una sua costola, sempre italiani, ecco i nostri DOMINHATE con un granitico album.
L’odio del moniker è presente anche in ogni brano di questo belligerante cd, che si basa su un tellurico death senza “se” e senza “ma”. Chiaramente creato per essere uno scavafosse sonoro, TOWARDS THE LIGHT trancia di netto l’ascoltatore con ritmiche micidiali, un sound old school, la voce dalle profondità degli abissi di Steve e senza deviare minimamente verso sonorità più accessibili.
In una parola “estremo” fin nel midollo, un lavoro che non cerca di piacere e non vuole piacere, il cui unico scopo è l’annientamento del nemico… chiunque esso sia.

ALex
Back in Black
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