Ron Bumblefoot Thal – “Little brother is watching”

Nuovo bellissimo disco per Ron Thal.

Bumblefoot, conosciuto dai più per la sua militanza nei Guns and Roses come chitarrista, ha atteso ben sette anni per dare alla luce il suo nuovo LP.

Dopo “Abnormal” Ron ha dato alle stampe quello che possiamo senz’altro definire un ottimo disco.

Il nostro è un virtuoso, ma stavolta ha messo un po’ da parte la pura tecnica per concentrarsi di più sulla forma-canzone.

È un bene? Senza dubbio, poiché Ron ha parecchie frecce nella faretra e le scaglia tutte con precisione chirurgica, tanto che nel CD non si avvertono né filler, né picchi, ma un vero e proprio monolite che scorre via veloce.

L’album ha un solo modo di essere ascoltato: tutto d’un fiato e state tranquilli, perché alla fine avrete voglia di premere di nuovo PLAY.

Un lavoro per tutti, non solo per fanatici delle chitarre.

David Palombi
Back in Black/Rock On
info:backib@libero.it

Gus G. – “I am the fire”

Alcuni di voi si staranno chiedendo chi è Gus G, altri probabilmente non staranno nella pelle. Questo giovane chitarrista è niente di meno che il nuovo axeman che milita nella band di Ozzy Osbourne e se c’è una cosa che il Madman ha sempre saputo fare è scegliere i chitarristi. A partire dal compianto Randy Rhoads fino a Zakk Wylde, il buon vecchio Ozzy ha sempre avuto accanto asce di tutto rispetto.

Gus G non è di certo da meno.

“I am the fire” è il debut del chitarrista greco uscito per Century Media.

Il platter presenta una copertina ricca ed articolata che potrebbe trarre in inganno, poiché la musica è tutt’altro che ampollosa.

Ci troviamo, infatti, di fronte ad un bel disco hard rock a tinte metal.

Il nostro amico ellenico, infatti, sfodera tutte le sue armi e la sua perizia tecnico/melodica in questo disco di debutto.

Le chitarre, naturalmente, fanno da perno per un CD che è perfetto per diverse occasioni: i pezzi più hard rock sono comunque estremamente radiofonici, complici melodie azzeccatissime e ritornelli vincenti (Ozzy docet).

Il lavoro delle ritmiche è costante ed efficace.

Essendo stato composto da un chitarrista, l’attenzione era tutta incentrata sulla prestazione di queste ultime ed è proprio qui che Gus G ha stupito.

Le parti soliste sono eseguite in maniera esemplare e sono a loro modo originali, ma il guitar hero non si è fatto prendere dal delirio di onnipotenza che pervade molti suoi colleghi quando si dedicano ai lavori solisti.

Gus, infatti, in primis non ha cantato lasciando il microfono ad illustri ospiti quali Jeff Scott Soto, Michael Starr, Alexia Rodriguez (“Long way down” è uno degli apici del cd) ed altri ben noti vocalist; in secundis ha fatto uso sì del virtuosismo chitarristico, ma in un modo talmente intelligente da lasciare all’ascoltatore modo di godere appieno della melodia e delle composizioni.

Un ottimo disco, se questo è il debut, non oso mmaginare cosa ci riserverà Gus G per il futuro.

Ottimo!

David Palombi
Back in Black

Info:backib@libero.it

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